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“L’UOMO INADEGUATO” – Mostra personale di Max Mazzoli al Liceo Artistico di Sassari

07-11-2025 - 21-11-2025
Sassari - Sede del Liceo Artistico "F. Figari"

“L’UOMO INADEGUATO”

Mostra personale di Max Mazzoli al Liceo Artistico di Sassari

COMUNICATO STAMPA
Il 7 novembre alle 17 al Liceo Artistico di Sassari inaugura la seconda e ultima tappa del progetto dell’artista in collaborazione con l’associazione Dolmen
Dopo il successo della prima tappa ospitata a Bosa nelle sale del museo Casa Deriu (con oltre 250 ingressi in pochi giorni), il progetto “L’uomo inadeguato” dell’artista livornese che da anni vive e opera a Sassari, Max Mazzoli (classe 1953), approda a Sassari, negli spazi espositivi del liceo artistico Filippo Figari. La mostra aprirà le porte dal 7 novembre con inaugurazione alle 17, sino al 21 novembre e sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20; l’accesso è dal cancello di via Calvia verso la sala espositiva al primo piano con ascensore.
In mostra una ventina di oli realizzati dall’artista tra il 2021 e il 2025 arricchiti dal catalogo “L’uomo inadeguato”, edito Soter e prodotto dall’associazione Dolmen con il contributo della Fondazione di Sardegna e del Comune di Sassari, che raccoglie le opere più recenti di Mazzoli accompagnate dai testi critici di Mariolina Cosseddu e Giovanna Pittalis. A conclusione della presentazione, il pubblico sarà accolto da un buffet e da una sorpresa che verrà svelata durante l’inaugurazione.
Il progetto ruota attorno alla collaborazione che l’associazione Dolmen ha stretto con l’artista dopo la mostra personale del 2024 allo Spazio Dolmen di Sassari e, ora, quella appena conclusa nel centro storico di Bosa.
Già in occasione della prima tappa, l’artista aveva spiegato: «Ho sempre visto le mostre come un insieme di racconti e questo mi ha portato a riflettere sul fatto che, alla fine, ogni mia opera racconta una storia. In ognuna di esse c’è un titolo ben pensato che serve da chiave di lettura a chi ne fruisce. L’importanza del progetto “L’uomo inadeguato” non è solo il concretizzarsi di una mostra in due tappe, ma un consolidamento di quanto fatto, ora racchiuso con la realizzazione di un catalogo in cui si possono trovare i dipinti realizzati tra il 2021 e il 2025, accompagnato da due testi critici. E, dunque, per me, un racconto per immagini che, a differenza di una mostra, rimane fruibile nel lungo termine».
E in merito alla scelta del titolo, l’artista aggiunge: «Anche la scelta del titolo non è casuale: vuole essere una dedica alle persone più profonde e coscienti della propria fragilità. Ricorda alcuni dei film in bianco e nero degli anni ’40-’50, dove il protagonista è un personaggio un po’ kafkiano che riflette sulla propria esistenza e prende coscienza del suo modo poco adeguato di stare al mondo».
I componenti dell’associazione Dolmen esprimono soddisfazione per il percorso condiviso con l’artista: «Ringraziamo la Fondazione di Sardegna e il Comune di Sassari per il fondamentale contributo, il liceo artistico Filippo Figari per l’ospitalità e per aver accolto con entusiasmo questo progetto, dandogli dimora nella città in cui l’artista vive e opera. Un ringraziamento va anche a tutte le persone che hanno seguito e sostenuto questa iniziativa che unisce arte, riflessione, territorio».
Max Mazzoli chiude così l’essenza dell’uomo inadeguato: «Penso sia normale, per molte persone, sentirsi inadeguate: parlo, in particolare, di quelle che vivono, in maniera più o meno parallela, nella società dell’arte e della cultura in generale, dove l’interazione e le pubbliche relazioni sono un obbligo. Sono le persone più sensibili, timide e profonde, che spesso indossano la maschera della superficialità – anche ridanciana – che piace tanto ma che alla fine, nel migliore dei casi, fanno della loro inadeguatezza un punto di forza da cui vedere tutto in maniera più obiettiva e distaccata».
Nel testo critico, Mariolina Cosseddu scrive:
«Tre tappe che segnano indelebilmente un percorso artistico ed esistenziale racchiuso nel volume che documenta l’esposizione, come a dire anni di travagliato lavoro, di scommesse sulla vita, di azzardi pittorici. Solo cinque anni addietro Max Mazzoli conosce un momento che equivale, in una vita, a un transito epocale, decisivo per le sorti di se stesso e della sua poetica. Misurarsi con il dolore è una discesa agli inferi, l’affacciarsi sugli abissi del nulla, la vertigine dell’ignoto. La risalita è un viaggio nelle regioni più intime e inesplorate del proprio vissuto. Con una messa a disposizione di un talento pittorico al servizio questa volta di un’indagine intima lontana dal passato e alla ricerca di un futuro prossimo. Il presente è, di fatto, una nuova affermazione, una presa di coscienza senza scampo e senza sconti, semmai una dichiarazione di poetica aperta ad ulteriori assesti. Sulla base di un’unica certezza: la pittura come antidoto, come riequilibrio delle cose, come continuo peregrinare nelle regioni dell’immaginario».
Sempre nel testo critico, Giovanna Pittalis scrive:
«Mazzoli mette in evidenza, in maniera inconscia, l’importanza della pittura oggi, che crea ponti e non divide a ogni costo, che comunica, sopravvive in un’attualità che ha come obiettivo la semplificazione ossessiva, il “levigare”, il deconcentrare e
l’anestetizzare. Attraverso le opere comunica che l’inadeguatezza è parte dell’essere umano, per quanto scomodo e complesso. Trasmette pace e caos, la bellezza del buio e della luce, il profumo dei colori a olio che stimola l’immaginazione di un pittore che abbraccia la propria solitudine e, con la sua tavolozza, crea frammenti di universo nuovi su cui ogni osservatore si può adagiare… La pittura di Mazzoli fornisce una testimonianza di estrema rilevanza per la contemporaneità. Non pretende di essere contemporanea, non chiede di trovare una collocazione definita, esiste e basta. Ciò che è sufficiente a incentivare riflessioni e ricostruire, magari un domani non molto lontano, le tracce che l’essere umano ha lasciato sulla Terra, non quelle degli oggetti di vita quotidiana, ma quella parte velata, nascosta, delle emozioni e degli stati d’animo in continuo mutamento».
INFO e CONTATTI
ASSOCIAZIONE “DOLMEN” – Via G. Marconi, 69 – Sorso (SS)
Cell. 348 474 4371
E-Mail: dolmenassociazione@gmail.com

Gianfranco Ghironi

Ex Docente P.I. MIUR - Pensionato - Animatore Culturale ex Coordinatore/Presidente Centro Culturale "Il Circolo" di Cagliari.

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